Eppure si tratta di un ragionamento semplicissimo! Ma nessuno tra i Dotti e gli Eminenti pare averlo mai compreso.
In antico, ed ancor oggi, si insegna il timor di Dio. Col Cristo però si è insegnato particolarmente l’Amore per Dio e l’Amore di Dio. Anche un idiota comprende che Dio, almeno quello rivelatoci da Cristo, apprezzerà chi lo ama piuttosto di chi lo teme soltanto. Il timore infatti genera solo la sottomissione ma non può consentire di realizzare l’Unità di intenti, la Figliolanza. Il timore può avere certo una sua utilità momentanea, ma solo al fine di poter iniziare un dialogo edificante con uomini dalla dura cervice ed abbrutiti dalla natura materiale. Esso DEVE necessariamente lasciare il posto al dialogo dell’amore non appena l’uomo sia stato scosso da se stesso. Da servi o schiavi che erano inizialmente, gli uomini sono quindi chiamati da Dio ad essere Figli, Amici e questo si può realizzare solo se l’amore per Dio dimorerà, liberamente accolto, nei loro cuori, senza nessuna forma di costrizione o di imposizione esterna, ma soltanto perché quegli uomini si riconoscono pienamente e spontaneamente, in tutta coscienza nel Soggetto del loro amore condividendone perciò le Leggi, la Giustizia, gli obiettivi e infine l’esistenza, la responsabilità e la Vita.
Chi agisce solo per timore della onnipotenza di Dio, avendone perciò coscienza e pure essendo minutamente fedele ad ogni sua Legge, è inferiore e retrogrado rispetto a colui che agisce motivato dall’Amore.
Tutto l’insegnamento di Gesù è volto a farci riflettere su questo concetto elementare che sebbene esposto più volte fin dall’antico Testamento ha finito per assumere una posizione di definitiva preminenza man mano che la volontà di Dio quanto all’umanità veniva chiaramente esposta.
Da ciò scaturisce direttamente una riflessione ed un giudizio pesante ed ineluttabile riguardo a certo operato delle religioni. Mi sovvengono in particolare i delitti compiuti dai cristiani, ma anche quelli più attuali che portano l’etichetta dell’Islam più estremo e fondamentalista. Il discorso corre parallelamente a quello della giustificazione secondo le opere (umane) o secondo la fede ed in parte contribuisce a spiegarne lo spirito per evitare i tremendi malintesi che da esso si sono generati.
Le conversioni forzate, le inquisizioni, le guerre di religione, i ricatti vitali, fatti abominevoli che ricoprono da secoli la faccia del pianeta di ignominia grave per il genere umano. Cosa hanno a che fare con Dio? Cosa mai hanno preso da Dio? Nulla! Ma tutto dalla durezza dei cuori di coloro che li promossero e scatenarono, genìa malsana che ancor oggi pensa di poter ottenere un futuro su questo pianeta.
Tutti questi tentativi violenti dell’uomo di fare adorare forzosamente, con l’esercizio del potere, qualcosa che egli non vuole amare per i più disparati ed ingiudicabili motivi, sono indubbiamente alieni dalle logica, dalla volontà, dalla magnanimità e dall’azione di Dio.
Ecco dunque la sola base accettabile per tutti al fine di promuovere un dialogo inter-religioso possibile ed auspicabile: non questa o quella usanza, non le tradizioni, non i riti, non i dogmi, ma unicamente la rispondenza sostanziale delle azioni umane e degli insegnamenti alla legge dell’Amore. Tutto il resto è solo feccia inutile e tossica. Possiede la Suprema verità solo chi ha compreso ed accettato fino in fondo la Legge d’Amore che sorregge, unisce a vivifica ogni realtà ed ogni essere dell’Universo da sempre.
Qualsiasi potere religioso o civile volto alla coartazione in ogni forma della libera volontà e scelta serena delle coscienze non produrrà mai frutti per Dio e per l’umanità ma per il maligno che infatti si adopera in ogni modo per conferire tale potere ai suoi figli degni, a coloro che per lui sono “in odore di santità”. L’amore di Dio invece concede all’uomo insegnamenti, profeti, la fede e secoli e millenni, se occorre, affinché questi possa essere in grado di ritrovarLo con le proprie decisioni, a ragion veduta, pur attraverso molteplici errori e tentativi, conservando sempre la propria integrità e dignità di Essere. Il Cristo ci è venuto incontro, ma mai ha obbligato sotto minaccia di morte o anatema alcuno che non lo ravvisasse giusto a fare qualcosa in nome di Dio. Al massimo lo ha voluto avvisare delle conseguenze del proprio agire, ma in modo assolutamente disinteressato ed amorevole.
Vi è perciò un Giudizio che spaventa grandemente tutti coloro che agiscono secondo il maligno ed agognano ed ottengono il potere in questo mondo ed è quello che potrebbe promanare (e un giorno promanerà universalmente), dalle coscienze umane che si sono rese conto in se stesse di questi fatti. Ciò sancirebbe la fine pascolo degli empi che solo sull’inganno dell’uomo è fecondo, ma isterilisce senza rimedio quando la visione della Verità delle cose libera le coscienze individuali per sempre dalla soggezione da ogni potere che non sia quello di Dio e del suo Amore.