Una precisazione contro ogni confusionario e profeta di sventura.
La fine del mondo, argomento così misterioso, controverso e terrorizzante non risulta essere, alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane, che un grande momento di passaggio ad una condizione migliore, nuova per l’umanità e se distruzione e sconvoglimento ci sarà questo riguarderà esclusivamente gli empi o le parti empie di ogni uomo (purificazione) a tutto vantaggio della sua esistenza futura e stato di essere. Perciò è necessario vigilare e pregare sempre, per diminuire al massimo la nostra iniquità e separarcene il più possibile, prima che venga condannata unitamente ai suoi amanti ed artefici.
La onnipresenza degli empi amanti del male, materialmente frammisti ai giusti timorati di Dio è mondiale, riguarda tutta la terra dall’inizio alla fine e all’interno di se, ogni uomo, come afferma molto precisamente Agostino da Ippona in più occasioni definendo simbolicamente città gli insiemi di uomini appartenenti alle due categorie. Ciò lascia chiaramente capire che anche gli uomini “misti”, incerti, divisi, finiranno interamente, prima o poi, dall’una o dall’altra parte visto che non si possono amare due padroni quali Dio e Mammona:
Per averlo più volte ascoltato, voi sapete che due città, adesso mescolate materialmente per quanto spiritualmente separate, procedano lungo il corso dei secoli ciascuna verso la sua fine. L’una [città] ha come fine la pace eterna, e questa si chiama Gerusalemme; l’altra ha come fine il godimento d’una pace temporale, e questa si chiama Babilonia.
esposizione Salmo 136
Che non si tratti di una distruzione vendicativa indiscriminata del pianeta terra e della sua vita ce lo dicono precisamente le S. Scritture:
Il Profeta Isaia, con versi di indubitabile connotazione escatologica afferma parlando di Faraone, ma simbolicamente intendendo indicare Satana e la sua progenie di figli terreni:
Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui,
il bastone dei dominatori,
di colui che percuoteva i popoli nel suo furore,
con colpi senza fine,
che dominava con furia le genti
con una tirannia senza respiro.
Riposa ora tranquilla tutta la terra
ed erompe in grida di gioia.
Isaia 14,5-7
Le genti ne fremettero,
ma è giunta l’ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra».
Apocalisse 11,18 e ss.
Egli soggiunse: «Questa è la maledizione che si diffonde su tutta la terra: ogni ladro sarà scacciato via di qui come quel rotolo; ogni spergiuro sarà scacciato via di qui come quel rotolo.
Io scatenerò la maledizione, dice il Signore degli eserciti, in modo che essa penetri nella casa del ladro e nella casa dello spergiuro riguardo al mio nome; rimarrà in quella casa e la consumerà insieme con le sue travi e le sue pietre».
Zaccaria 5, 3-4
E’ evidente da ciò che Dio non desidera affatto la distruzione della terra, ma, al contrario, volgerà vendetta proprio contro coloro che operano per distruggerla in nome dei propri interessi, perchè chi distrugge la terra vuole in fondo distruggere l’uomo, vuole isolarlo sempre più da una parte importante, per nulla trascurabile del suo essere e del disegno di Dio perché non possa riconoscere mai la reale bontà di Dio. E’ anche vero, però che esistono alcuni brani scritturali che parrebbero essere in aperta contraddizione con quanto ho appena sostenuto, ad es: Isaia 13, 6 – 10 – Gioele 1, 15 – Sofonia 1, 14 ma alla luce di un esame complessivo delle Scritture tutte tali messaggi di catastrofe e sterminio sono da considerarsi come descrizione con funzione di monito di ciò che sarà percepito e sofferto dagli empi mentre il gran travaglio sarà necessariamente per coloro che ancora sono rimasti nell’incertezza del proprio spirito, vacillando fino all’ultimo tra bene e male senza volersi decidere a fare chiarezza in se stessi. Ho parlato più estesamente di questo ed altri aspetti della vicenda nel mio trattato
Ipotesi e riflessioni sull’Apocalisse di Giovanni
Che questo momento della fine annunciato in più occasioni da Profeti, da Gesù e dagli Apostoli debba giungere è, per chi crede o solo ragiona con giustizia, una certezza ed una necessità, ma il come e soprattutto il quando rimangono ancora indefiniti, almeno per la grande maggioranza degli uomini. Eppure il Signore ci ha indicato alcune cose che possono essere segni indiziari della prossimità di questo momento cruciale e non è nemmeno troppo difficile scorgerli tutti al nostro tempo, a menodi non essere fra quelli che non credono a Dio ma solo in se stessi.
A sostegno della mia tesi non distruttiva ma salvifica per il pianeta e per la vita materiale che vi dimora, nel senso di una sua liberazione dall’empietà e dal Male in ogni sua forma, si può trovare un primo riscontro o rassicurazione già nel libro del Genesi (9, 11), quando, dopo il diluvio, Dio promette di non distruggere mai più né i viventi né la terra con le acque del diluvio. Tenere presente questo ci aiuterà poi ad interpretare esattamente, in senso non superficiale, le parole di Gesù che parlando degli ultimi tempi e del suo ritorno afferma:
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.
Matteo 24, 37
La fine del mondo è pertanto da intendersi, secondo il mio avviso, come la fine o l’estinzione del sistema, dell’impianto dell’iniquità e dei suoi agenti all’interno della creazione di Dio. Possiamo provvisoriamente affermare che essa coincide col Giorno del Signore anche se poi il messaggio ci consente di valutare ulteriori sfumature nel suo avveramento.
Io comunque credo che il tema da sottolineare sopra tutti sia quello dell’azione improvvisa, inaspettata, sopravvenente dello Spirito di Dio nel cuore degli uomini, di certi uomini dapprima, dei vigilanti che non si sono appesantiti , ubriacati ed addormentati nelle crapule e nelle orge del mondo.
A testimonianza di questo credo sia obbligo citare il Profeta Zaccaria che ci manda un avvertimento il quale non ha bisogno di collocazione precisa per essere inteso:
Egli mi rispose: «Questa è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!
Zaccaria 4, 6
Ma chi sono questi empi, dove e come si nascondono, quale è la origine del loro potere? Non è facile né forse possibile per un uomo rispondere compiutamente a tale domanda tuttavia esistono alcuni caratteri che permettono di individuarli seppure in modo generale e senza pretesa di esattezza assoluta. Per la mia esperienza, e per quanto contenuto nelle Scritture, emerge che essi si conoscono tutti fra loro pure appartenendo a diversissime categorie e gruppi sociali tra i quali nessuno proprio penserebbe esservi collegamento, gruppi che possono addirittura apparire in conflitto mortale fra loro. In realtà fanno parte di un solo organismo funzionale a se stesso! Un’altra costante che può costituire indizio è l’amore smisurato per il potere e la ricchezza ad ogni costo e disprezzando ogni giustizia, cosa che riescono a realizzare facilmente anche in virtù dei collegamenti occulti ed insospettabili prima citati mediante i quali è facilissimo giocare il povero uomo, quello che non è legato alle loro catene mafiose oppure quello che essi hanno prestabilito debba restare in eterno povero, vessato e schiavo. La stirpe degli empi ha diramazioni attraverso tutte le classi sociali, in tutti i luoghi della terra, ha un linguaggio comune (quello dell’iniquità) in base al quale essi si riconoscono “a pelle” fin dal primo sguardo.
il Salmo 72 risulta essere più che esauriente in merito:
Dell’orgoglio si fanno una collana
e la violenza è il loro vestito.
Esce l’iniquità dal loro grasso,
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall’alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto,
non li raggiunge la piena delle acque.
[fino a quando Dio non deciderà diversamente n.d.a.]
Salmi 72, 6-10
Salmi 36, 34-36
Malachia 3, 19-21
Giovanni 8, 31-32
francesco said,
gennaio 19, 2012 a 7:36 am
grazie per ciò che fate